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Residuo fisso e classificazione delle acque minerali

Residuo fisso e classificazione delle acque minerali

5 gennaio 2012

Oltre alla differenzazione tra acqua naturale e acqua frizzante (acqua gassata o acqua effervescente naturale), le acque minerali si classificano in base alla quantità totale di sali minerali disciolti. Elemento che condiziona un’acqua minerale è il residuo fisso.

Il residuo fisso delle acque minerali è un parametro utilizzato per classificare proprio le stesse acque minerali e le acque potabili in generale. Solitamente espresso in mg/L, indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare in una capsula di platino, previamente tarata, una quantità nota di acqua precedentemente filtrata (elettrolisi).

 

 

Indicata sull’etichetta come misura del residuo fisso a 180°C, le acque minerali in base alla legge si possono ulteriormente identificare come:

 

- Acque minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore a 50 mg/L)
- Acque leggermente mineralizzate (residuo fisso inferiore a 500 mg/L)
- Acque ricche in sali minerali (residuo fisso oltre i 1500 mg/L)

 

 

 

L’acqua oligominerale è l'acqua minerale povera di sali minerali, prevalentemente per due motivi:

- elevata velocità di passaggio nel sottosuolo che ostacola i processi di mineralizzazione (accade per le acque più superficiali e di ghiacciaio);

- compattezza delle rocce che cedono difficilmente sostanze in soluzione (si verifica spesso in bacini profondi dove l'acqua, pur permanendo per lungo tempo a contatto con le rocce, si mineralizza poco).

Alcuni esperti sostengono che in questo modo l'acqua "maturi" ottenendo in soluzione sostanze importanti per le azioni oligodinamiche.

 

Foto di Soda Express, Scienze.tv

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